Stare con i figli, quando i genitori lavorano

02.10.2019

A moltissime persone ormai capita di dover sostenere ritmi lavorativi estenuanti e trascorrere la maggior parte del tempo fuori casa, lontano dalla propria famiglia e dai propri figli.

Questo tipo di impegno lavorativo può favorire lo sviluppo, tra le altre cose, di una sensazione di colpa ed ansia legata al non occuparsi dei bambini come si "dovrebbe", o alla sensazione di non essere abbastanza di supporto nel loro sviluppo educativo, affettivo e relazionale.

Può anche succedere che ci si convinca che, avendo poco tempo da trascorrere con i figli, sia necessario organizzare attività, gite, "qualcosa di speciale", per sfruttare al meglio il tempo insieme.

In realtà, la cosa più importante e quella che più conta per i piccoli, è che i genitori "siano presenti" con consapevolezza nell'esatto momento in cui sono lì con loro, che li ascoltino, che condividano racconti, esperienze e vivano la loro quotidianità con semplicità.

Come si può tradurre questo?

Vivere la quotidianità vuol dire godere dei tempi distesi con i figli, prendersi il tempo di ascoltarli di più, di guardare insieme il loro cartone o film preferito, farli partecipare a semplici operazioni domestiche (azionare una lavatrice, apparecchiare la tavola, scaricare la lavastoviglie... loro si divertiranno mentre vi aiutano), di scegliere una storia più lunga da leggere prima che si addormentino per concludere la giornata insieme. Sono tutti aspetti di valore inestimabile sia per i genitori che per i bambini.

Per "consapevolezza" si intende la capacità del genitore di vivere nel presente, di essere consapevole dei propri pensieri, dei sentimenti che prova nel qui ed ora dando significato ad essi. I bambini imparano a conoscersi attraverso il modo in cui i genitori comunicano con loro, le interazioni emotive che si instaurano li aiutano a sviluppare un più profondo senso di sé e la capacità di mettersi in relazione con gli altri.

Un ingrediente fondamentale perché ciò accada è una comunicazione efficace, che si basa sulle fondamentali capacità di ascolto, comprensione e osservazione dell'altro.

Ci sono delle espressioni come "Raccontami", "Di che si tratta?", "Ti va di parlarne?", "Vorrei sapere che cosa ne pensi", sono dette "frasi-invito" e possono facilitare la comunicazione, l'accettazione e il rispetto per il figlio come persona, trasmettendo il messaggio "hai diritto a esprimere i tuoi stati d'animo", "Ti rispetto in quanto persona dotata di idee e sentimenti", "Potrei imparare qualcosa da te", "Voglio entrare in rapporto con te, voglio conoscerti meglio". Se un bambino si sente libero di esprimersi (e non giudicato, rimproverato, consigliato, minacciato e così via) riesce a parlare di sé, dei suoi errori, cerca di capirne le cause e a volte trova anche le soluzioni.

Molto utile inoltre è la capacità di riformulare ciò che il figlio esprime, riflettendo i sentimenti emersi, traducendo verbalmente il contenuto emozionale e sentimentale implicito nella sua comunicazione (es. "mi sembra che tu sia arrabbiato"). Questo permette al figlio di riflettere sul proprio vissuto, promuove empatia, intimità, fiducia e trasmette il messaggio che il genitore rispetta e accetta il suo stato d'animo.

Infine, ma non il meno importante, il genitore deve darsi la possibilità di divertirsi con il proprio figlio, è importante che si lasci appassionare dalle parole e dai comportamenti del proprio bambino condividendo con lui lo stupore della scoperta graduale del mondo. Utilizzando le parole dell'Analisi Transazionale, il genitore deve saper accostarsi a suo figlio utilizzando il proprio "Bambino Libero" interiore, per potergli trasmettere la curiosità e la gioia di scoprire il mondo, rispettando sé e l'altro.

In conclusione, non importa quantificare il tempo che possiamo trascorrere in famiglia e giudicarci se non lo consideriamo soddisfacente, l'importante è viverlo a pieno e far diventare la relazione con i propri figli un momento ricco, di condivisione e crescita per entrambi.

Bibliografia

Gordon T. (1994) Genitori efficaci, Molfetta, La Meridiana
Iafrate, R., Rosnati, R., (2007) Riconoscersi genitori: I Percorsi di Promozione e Arricchimento del Legame Genitoriale, Erickson, Trento 

Serena Brilli - Psicologa Psicoterapeuta
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